CCC 2012

Preparativi per la gara


... in preda al panico alla ricerca degli ultimi accessori che potrebbero servirmi in questa avventura che già si delinea complessa. Mi sento come una donna presa da un raptus da shopping. Esamino attentamente tutti i negozi nel giro di 100 km da COurma per farmi venire in mente come spendere ancora qualche soldo (perchè non nè ho spesi ancora ...) Continuano ad arrivare messaggi sul telefonino che invitano a portarsi cose molto pesanti al di là del regolamento perchè le temperatura saranno davvero invernali (-5° -10°C) in montagna a fine agosto non mi sembra così un dramma. Trovo a Morgex un coprizaino, un paio di calze pesanti e raccolgo ancora qualche consiglio di una ragazza che lo scorso anno ha fatto questa gara ed è arrivata in fondo. Compro un bel pezzo di pizza e uno di focaccia, il primo lo terrò per la colazione di domani mentre il secondo me lo sbaffo in tre morsi. Torno a casa e preparo lo zaino, la roba che voglio portare è davvero tanta, la stipo nello zaino in piccoli sacchetti Gelo che metto sotto vuoto aspirando con la bocca e chiudendo attentamente, se diluvierà tutto il tempo forse avrò roba asciutta da cambiarmi.

Attendendo la partenza


Ormai il momento che aspettavo da due anni è arrivato, occorre fare attenzione, ma ci siamo. Dormo abbastanza tranquillo e al mattino mi sento riposato e in forma, la val ferret presenta il cielo sereno, ma il col ferret, barometro della valle, sembra prepararsi all'uragano. Dei nuvoloni neri lo avvolgono e sembrano procedere proprio verso courmayeur, sono le 6 chissà da qui alle 10 (ora della partenza) cosa accadrà ? Metto l'acqua sul fuoco e inizio a preparare il mio stomaco (mio punto debole del mattino) all'idea di ingerire a colazione della pasta. Accendo il forno e scaldo la pizza. Preparo i piccolini barilla e mi auto impongo di masticarli a lungo e non ingerirli come al mio solito a quattro per volta tutti interi. Mangio la pasta, e lentamente mangio anche il pezzo di pizza, nel frattempo ricontrollo il tempo, decido come vestirmi e chiudo lo zaino. Vale che in tutti questi anni mi ha sopportato e sa quanto tenga a finire questa gara, mi prepara i minipanini salati che mi serviranno er darmi qualche energia sul percorso e per levarmi il dolciastro dei sali che con il tempo cercherà di inversarmi lo stomaco. Mi vesto attentamente, spalmo il PREP sotto i piedi e mi infilo attentamente le calze a compressione senza lasciare pieghe, mi metto i pantaloni a compressione Salomon doppi sperando che questi almeno per le prime ore bastino a scaldarmi i quadricipiti. La maglia Salomon, questa è la mia preferita e anche l'unica che evita di farmi sanguinare i capezzoli !!!. Indosso il micropile, l'orologio di mio fratello paolo con la sola indicazione del tempo trascorso e della quota (forse meglio non sapere cosa ci aspetta durante il percorso) il berretto da sole (sole ?!?) e una fascia per le orecchie. Partiamo in auto, sono abbastanza calmo e ormai aspetto solo di partire !!! La val veny ci saluta con un tempo da lupi, una nevicata pazzesca sullo sfondo e un arcobaleno enorme proprio sulla Brenva, se anche questi nuvoloni arriveranno su Courma, non posso immaginare cosa accadrà. Alla ricerca di un posteggio vicino alla punto della partenza, per non fare un trail anche a Vale che ha uno zaino ben più grosso del mio e un bimbo al seguito (anzi due), mi imbatto in un gruppo di francesi creativi che creano posteggi fra i giardini e le villette di Courma proprio sopra il traguardo. Ne hanno lasciato anche uno per me, sondo un attimo il terreno con i proprietari delle case intorno che mi rassicurano dicendo che per qualche ora faranno finta di niente. Bene il primo passo verso la partenza è fatto ora calma e ... SMS in arrivo da l'organizzazione , neve già dal Rif.Bertone, percorso modificato con salita dritta al rifugio e eliminata l'ultima salita francese a Tete aux vente con qualsiasi tempo atmosferico. Ottimo messaggio e se il tempo tiene abbastanza potrebbe essere un punto a mio favore che soffro il caldo particolarmente. Lascio Valeria e Mattia e mi posiziono in zona partenza, rifletto sul mio abbigliamento e continuo a ricercare l'assetto ideale. Piove e fa fresco, ma appena partiti sarà subito una sauna. Incontro finalmente Giuseppe e Alessandro ci scambiamo le ultime opinioni sull'abbigliamento e ci posizioniamo alla partenza. Decido di mettermi i pantakway sopra i pantaloni corti per non bagnarli e la giacca in goretex. Le sensazioni sono buone mi sento in forma, lo stomaco è ok, le energie ci sono ... e la voglia di fare bene è tanta, fortunatamente non sono particolarmente agitato ormai mancano pochi minuti e i tre inni nazionali allietano l'attesa. L'elicottero ci gira intorno riprendendo i minuti prima della partenza.

La partenza

Scatta il GO della prima trance dei primi 600 corridori, io farò parte della seconda.
Scambiamo ancora qualche parola con Giuseppe e Alessandro e ci prepariamo alla nostra partenza. Siamo tutti molto coperti, appena partiremo faremo subito la sauna.
Scatta il secondo GO, si parte, la voglia di fare bene è tanta e utilizzo molte delle mie energie per non pensare alla quantità di strada da percorrere ma analizzando passo per passo i singoli tratti. Scendiamo giù verso piazzale Monte Bianco, incrocio con lo sguardo mio figlio, mia moglie e mio fratello, sono talmente carico che li investo con un urlo e la faccia di mio figlio mi dice che forse ho esagerato (chissà che ricordo gli rimarrà di questo momento) sono contento che mi abbiano visto. Proseguo la strada e inizia la salitina per riprendere quota verso via Roma, Belin ma è la prima salitina e la sento già, chissà dopo, non mi preoccupo, testa bassa e proseguo, dovrò scaldarmi !?!.
Percorriamo Via Roma al contrario e in piazza della chiesa incontro nuovamente mio figlio, lo saluto gentilmente e vedo che finalmente mi saluta, sono contento ora posso dedicarmi al 100% alla gara.
Inizia la salita ripida su asfalto e presto rallentiamo: la gente cerca qualche angolino per scaricare le ultime dosi di liquidi ingerite, ogni punto è buono dalla ruota della macchina al giardino della vecchietta di Courma... La salita prosegue ripida e ogni tanto un paparazzo ci immortala. Ancora qualche minuto e decidiamo di levarci qualche strato di roba, piove poco e la temperatura sembra buona. Decido di rimanere in maglietta, pantaloni corti e calzettoni.

Bacchette alla mano inizia lo sterrato, la salita è costante, la fila è lunga ma si sale bene a ritmo costante. Mi sento bene le energie ci sono, con Giuseppe decidiamo di aumentare un po' il ritmo senza esagerare per scaldarci un po' e provare a tenere il nostro ritmo. La salita è piacevole, mi godo il panorama e cerco di non guardare l'orologio, voglio veramente vivermi questa avventura al 100% senza troppi pensieri. Gli alberi iniziano a essere più radi e il rifugio lo ricordo proprio sopra. Qualche tornante ancora e siamo sul primo checkpoint (Rif.Bertone).

C'è molta gente e non so neanch'io se prendere qualcosa, assaggio un thè ma non è il mio massimo, tiro fuori una barretta salata e ne sgranocchio qualche pezzo. Un minuto e via con Giuseppe e Ale verso il Bonatti. Questo tratto è più esposto alla perturbazione che arriva dalla svizzera ma è tutto un leggero saliscendi divertente da correre con panorama (si vedesse qualcosa) sulle Jorasses. Mi basta anche solo ammirare i paesini della Val Ferret. Iniziamo a corricchiare e l'aria fresca inizia a farsi sentire mischiata al nevischio di riporto. Se rimane così per me è l'ideale, ma verso il Col Ferret mi sembra di intuire che le cose siano un po' più complesse.

L'andamento è fluido e mi sento proprio bene, le gambe reagiscono come devono , ma non devo esagerare, ci sarà da patire per la stanchezza il freddo e chissà... quindi calma. Proseguo la mia corsetta attraversando le diverse insenature che il percorso propone, sono davvero contento di essere qui e devo sfruttare questa occasione per raggiungere il mio obiettivo. Per ora tutto fila come avrei voluto e speriamo che proceda ancora così.

Qualche tornantino e raggiungiamo il secondo checkpoint (Rif.Bonatti), ci accoglie il custode del rifugio (credo) che ci da il benvenuto, ci facciamo registrare e proseguiamo verso i gazebi alla scoperta del ristoro. C'è di tutto ma decido di bere un bicchiere di cocacola e di proseguire sgranocchiando una barretta salata che avevo dietro. Ne tiro fuori un'altra per le prossime ore. Ora il percorso proseguirà sempre con saliscendi fino alla fine della val ferret dove perderemo quota per poi risalire, dopo il checkpoint verso la vetta più alta, il Col Ferret.


Riprendiamo la leggera corsa con Giuseppe e Alessandro. Verifico il mio abbigliamento nell'ottica delle condizioni del fondovalle, ho la maglietta e l'antivento ma correndo sto bene, rimando eventuali modifiche ad Arnouva. La strada continua con un saliscendi piacevole quindi alterno camminate svelte nei tratti in salita a una corsa leggera nei tratti piani e in discesa. Procedo bene e sorpasso un po' di persone. Giuseppe in questi tratti è sempre il più veloce e zigzagga fra i corridori davanti a me, Alessandro è poco dietro di me ma ben presto mi raggiunge e proseguiamo insieme verso Arnouva. Alzo gli occhi per vedere cosa ci aspetterà, sopra il rifugio Elena è tutto bianco, il vento inizia ad aumentare e la neve continua a rinfrescarci la faccia. Ormai la Val Ferret è quasi terminata e miei pensieri corrono verso la Svizzera. Raggiungiamo le stalle proprio sopra Arnouva e iniziamo la discesa verso l'ultimo ristoro italiano. Ancora una volta veniamo immortalati da alcuni fotografi. La discesa procede a singhiozzo, c'è molto fango e non si riesce a correre molto. Mi avvicino al tendone, fuori ci sono un po' di spettatori infreddoliti, fra questi arrivano Paolo e Stefano, i miei fratelli. Mi fa piacere incontrarli in questa mia esperienza e scambiare quattro chiacchere con loro poi ci lasciamo per rivederci dopo il ristoro. Dentro il tendone un sacco di gente in coda per bere e mangiare. Vedo Alessandro che mi dice che si fermerà a mangiare qualcosa. Io entro ed esco, preferisco proseguire con calma, quindi con Giuseppe procediamo lentamente. All'uscita ci controllano: occorre avere la giacca e mi fanno segno di tirar su la cerniera fino in cima. Ho l'antivento ma va bene uguale. Attraversato il fiume incontro di nuovo i miei fratelli, Stefano è sorridente, mi viene incontro, mi fa molto piacere averlo qui al mio fianco per qualche minuto. Purtroppo mi saluta perchè il lavoro lo chiama!. E' stato un attimo ma mi ha riempito di gioia e questo sarà una buona ricarica anche per le energie. Mio fratello Paolo è molto entusiasta dell'evento e come al solito cerca di dare tutto il suo supporto. In questo momento è intento nel mantenere il collegamento radio con mia moglie e mio figlio, mi comunica che proseguirà per un pezzo con me. Sono contento, scambiare quattro chiacchere e averlo accanto fa sempre piacere. Non mi disturba molto per non rubarmi fiato ma visto il mio andamento lento inizio a parlare con lui. Mi passa via radio Valeria e Mattia e scambiamo qualche battuta. E' un gran bel regalo.

La mia emozione è forte nel sapere di avere tutte queste persone attorno che fanno il tifo per me e mi supportano. Chissà cosa starà succedendo in ufficio (sapremo solo dopo la gara che qualcuno rideva alle nostre spalle commentando i nostri checkpoint..."mandiamo l'elicottero ?"). Arrivati al rifugio Elena, saluto Paolo e lo ringrazio, proseguo ancora il mio cammino alla ricerca di un posto riparato dal vento per mettermi la giacca in goretex, da qui in poi è neve, e il vento si fa sentire. Proprio dietro il rifugio trovo un angoletto. Cambio giacca e via. La salita inizia la sua parte più ripida, la affronto con calma spingendo bene sui bastoncini per non gravare troppo sulle gambe. Ho i pantaloni corti e le calze alte, per ora non ho freddo anche perchè rimane fuori solo il ginocchio. Le gambe sono calde e i polpacci e i quadricipiti non danno segni di stanchezza. Giuseppe è dietro di me. Durante la salita mi diverto a pensare a tutte le volte che sono salito su questo monte durante i campi estivi parrocchiali, la prima volta potevo avere circa 7 anni. Le solite frasi " quando ci fermiamo ?" "quando siamo arrivati ..." beh dai a distanza di anni mi ritrovo qui a riaffrontare questa salita in altre condizioni fisiche e climatiche.
La salita prosegue ripida ma il mio ritmo è buono, sorpasso un po' di persone e proseguo.

I prati intorno sono tutti bianchi perchè coperti da un palmo di neve, ma il sentiero è fangoso. Tre persone procedono lente davanti a me, forse hanno esagerato nel primo pezzo, ma io voglio approfittare della mia condizione per potermi rilassare in discesa dove non sono un fulmine. Le sorpasso a valle corricchiando nella neve, mi parte un appoggio e mi trovo per terra, mi rialzo e facendo finta di niente li sorpasso. Solita figura!!! Alzo gli occhi e ... no !! Mi trovo un giapponese con una telecamera professionale a riprendere la scena ... direi ottimo (ps non ho ancora trovato il video in rete). Va beh, dai ... la strada spiana un po' e nonostante la nebbia fittissima riconosco il punto, vedo Giuseppe e gli comunico che ormai siamo sulla vetta. Un leggero traverso e ci siamo. Sentiamo i campanacci dei sostenitori che ci aspettano sul Colle (ps ...dei pazzi) ma il vento la nebbia e la neve non ci danno tregua. Arrivati al colle passiamo il checkpoint e non ci fermiamo un attimo, impossibile stare fermi li in quelle condizioni.

La nebbia, la neve e il vento non mollano e per il primo pezzo servono i fendinebbia. Corro lentamente in discesa semplicemente lasciando andare le gambe ma senza spingere. Come mi aspettavo molte delle persone che ho sorpassato in salita mi passano ma non c'è fretta, basta arrivare. Ripenso a quando qualche mese prima con Stefano ero venuto a provare questo pezzo, il tempo era stupendo e ci eravamo fermati a delle baite a La Puale, se non ricordo male qui ci sarà il primo ristoro svizzero. Proseguo la discesa e raggiunte le baite scopro, vedendo tutto chiuso, che il ristoro sarà a La Fouly. Riprendo la corsa e mi lascio andare ci sono ancora almeno 4 km !!! Raggiunta una piccola baita incontro Giuseppe che macina frutta secca, mi mangio un mio mini panino e bevo qualche sorso. Abbiamo perso molta quota e la neve ha lasciato il posto all'acqua, siamo zuppi. Proseguiamo la discesa su una larga strada sterrata e poi ci immettiamo su una strada asfaltata, neanche un km e ci troviamo a La Fouly.

1 commento:

  1. Grande Daniele,la passione che respiro leggendo queste righe,l'attenzione per la preparazione, i dettagli, l'impegno,l'emozione i sacrifici e la gioia,sono uno stimolo ed un esempio per affrontare ogni percorso sia esso di montagna sia della vita quotidiana,bravo!!! Mirko.

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